C’è una cosa che (quasi) nessun editor sa fare

Lavoro con tanti editor davvero bravi e con molti di loro c’è anche un’amicizia che travalica i rapporti professionali. Ma devo dirlo, c’è una cosa che praticamente nessun editor sa fare.

Non è una cosa da niente, tra l’altro, parliamo di valutare le capacità di un artista.

Mi spiego con un esempio semplice: un disegnatore di ottimo livello, con un portfolio sostanzialmente di pagine di fantascienza, viene ritenuto in grado di realizzare solo fantascienza.

L’editor non riesce a immaginare l’autore al lavoro su uno stile ma financo solo un genere diverso da quello che ha in portfolio.

Lo so, sembra assurdo, ma succede sempre, per cui ormai ho capito che è una regola, una qualche forma di deformazione professionale.

Che è anche il motivo per cui spesso sono io, l’agente, a proporre all’editor un test per l’artista: perché so quali sono le capacità del disegnatore ma devo riuscire a dimostrarle.

Va da sé che non tutti possono disegnare un western (i cavalli!) oppure la fantascienza (le astronavi!) o avere i tempi comici dell’umoristico, ma diciamo che non mi sono mai sentito dire “pensi che quest’autore potrebbe misurarsi con tale progetto?”. Al contrario, ho dovuto spesso perorare la causa di un determinato artista e, di fronte alle resistenze dell’editor, offrire un test senza impegno.

Che è solo l’ennesimo motivo per fare un test, quando se ne presenta l’occasione…!

Insomma, amici editor, vi voglio bene, ma a volte mi fate faticare e spero che questo piccolo “dietro le quinte” sia stato utile per qualcuno.


L’immagine è tratta da
Christopher Pearse Cranch, illustration to Emerson’s Nature captioned “Standing on the bare ground, – my head bathed by the blithe air, & uplifted into infinite space, – all mean egotism vanished. I become a Transparent Eyeball”, ca. 1837–39
via Public Domain Review

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