I 4 errori più comuni quando si prepara il portfolio da mostrare agli editori

Se siete aspiranti autori di fumetto o anche se siete professionisti sempre alla faticosa ricerca di nuovi contratti allora… «portfolio croce e delizia».

Sono certo che sapete tutti come si fa un portfolio quindi qui di seguito noterò solo alcuni degli errori più diffusi che mi capita di vedere:

Ordine cronologico inverso: la prima pagina che vedo sfogliando un portfolio deve essere la più recente. Poi si torna indietro, invecchiando. Gli editori vogliono sapere cosa siete in grado di produrre adesso, e poi conoscere il vostro percorso artistico, non il contrario.

No alla sovrabbondanza di stili: l’argomento è spinoso se non divisivo, ma di base consiglierei di non inserire in portfolio millemila stili (cosa che può confondere in parte chi guarda) ma solo quello, o quelli, ma comunque pochi, che volete fare. La controindicazione è che non si sa mai cosa cerchi un editore e magari quello che non inserite vi avrebbe portato un contratto. D’altro canto se odiate il western non fate vedere che sapete disegnare bene i cavalli.

Dati personali su ogni pagina: i portfolio, soprattutto se buoni, girano, vengono inoltrati, stampati, passati. Più di una volta quando lavoravo in casa editrice mi sono ritrovato tra le mani (o sullo schermo) del materiale senza sapere di chi fosse. Inserite su ogni pagina il vostro nome e, al limite, la vostra mail. Altri dati non servono, tanto se vi si vuole trovare, vi si trova.

Occhio al formato: Da qualche anno a questa parte arrivano portfolio in PDF in formato ultra panoramico. Non capisco! Ok l’orizzontale, che se viene visto su computer riempie lo schermo, ma ultra panoramico perché? Perché venga visto al cinema? Lo so, non è grave, solo un po’ fastidioso. Se poi c’è una motivazione a me ignota, lasciatemelo scritto nei commenti.

Alcune cose contraddicono quello che ho scritto in quest’altro articolo. Fate una sintesi!


Foto di Hal Gatewood su Unsplash

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