Lavoro con il mercato franco belga, ma l’argomento in realtà interessa chiunque lavori in Europa (in Usa no, che hanno il “work for hire”).
Prima o poi ogni autore me lo chiede: ma come funzionano le royalties, e quando le vedrò?
Faccio un esempio: contratto di edizione, 250 euro a pagina per 46 pagine. Royalties al 10%.
Le 250 euro a pagina non sono un page rate come lo intendono gli americani, ma una suddivisione arbitraria dell’anticipo. Che è di 11.500 euro (250 x 46). L’editore poi per consuetudine divide la cifra per le pagine, ma si tratta per l’appunto di un anticipo sulle royalties.
Anticipo che, preciso, si considera non rimborsabile. Se anche il libro dovesse andare malissimo e non vendere alcuna copia, l’editore ormai i soldi ve li ha dati e voi non lo dovete rimborsare (è il “rischio d’impresa”).
Le royalties sono (dice Treccani) «il compenso riconosciuto al proprietario di un bene, al creatore o all’autore di un’opera dell’ingegno, al possessore di un brevetto o di un copyright». Sono i soldi che vi spettano per aver creato qualcosa che prima non esisteva e che solo voi potete creare in quel modo.
In editoria siete voi che affidate all’editore la vostra opera e lui vi paga le suddette royalties, in Francia normalmente fissate al 10% del prezzo di copertina del libro. Se non siete autore unico, ma coautore accanto a uno scrittore, allora la percentuale va divisa.
Questo vuol dire che se il vostro libro viene venduto a 10 euro e voi avete il 10%, avrete 1 euro a copia venduta. Ma non dalla prima copia, perché, se ricordate, l’editore vi ha pagato 11.500 euro di anticipo. Di anticipo sulle royalties. Dovrà quindi vendere 11.500 copie, trattenendo 1 euro a copia, per rientrare dell’anticipo che vi ha dato. E solo dopo inizierà a pagarvi le famose royalties.
Le royalties vengono pagate due volte l’anno, dopo i rendiconti (cioè numero di copie vendute) che l’editore comunica di consuetudine a giugno e a dicembre. È purtroppo ben nota l’opacità di questo sistema, visto che colui che vi deve pagare (l’editore) è anche colui che comunica il venduto. Come si dice, famo a fidasse. (Non è vero, ma l’argomento esula dal post).
Insomma spero di aver aiutato a capire questo aspetto del lavoro, soprattutto per chi sta iniziando. E purtroppo devo aggiungere: bisogna vendere davvero un bel mucchio di copie per vedere qualche soldo.
In tanti anni che lavoro sono pochissimi i libri di miei autori che hanno superato il punto di pareggio rispetto all’anticipo dell’editore. Poi ci sono i casi clamorosi come Riad Sattouf (non rappresentato da me, eh!) che, senza essere l’autore di Astèrix, ha venduto più di due milioni di copie della sua serie dedicata a Esther. A 17,90 a copia fa 3.580.000 euro di royalties.
Lo dico anche per i miei interessi: diventate il prossimo Sattouf!
L’immagine è tratta da
Pedro de Rojas, Don Quixote in the 20th Century (ca. 1905)
via Public Domain Review