Anda e rianda (alcune storie di Mimì e Cocò)

Dedicato a Daniele M.

(Speaker cinegiornale Luce, la voce esprime Determinazione, Disprezzo e Paternalismo)

[dropcap]È[/dropcap] il 4 agosto del 1934, il duce scende i gradini del suo aereo personale, eccolo: il portamento fiero, il passo gagliardo, lo sguardo severo… evviva il duce! La folla applaude, è in delirio, migliaia di persone urlano come un sol uomo: «Duce, duce!».
Il duce raggiunge la pista e saluta la folla mentre riceve le chiavi della città dalle mani del governatore. Scruta con maschio portamento l’orizzonte mentre passa in rassegna il drappello d’onore dei carabinieri reali. Poco più distanti le camice nere si esibiscono in esercizi ginnici degni di atleti olimpici. Brave camice nere, l’Italia è fiera del vostro ardimento!

Ma cosa succede? Il duce massimo è interdetto. Si guarda intorno con la fiera mascella protesa. La domanda che rieccheggia per tutto il suolo patrio è la stessa: dove sono Mimì e Cocò?
Poco più in là, al riparo di un italico capannone d’aviazione – e non di un hangar come vorrebbero i servi della perfida albione – Mimì e Cocò si stanno smazzando a dovere come antichi lottatori greco-romani. Cocò è gagliardamente piegato a squadra, e Mimì lo sta sondando in profondità.

Ehilà, Cocò! Sempre vigili e di vedetta? Sempre: «Taci, che il nemico t’ascolta?».

«Lo puoi dire forte, speaker di questa minchia… ahhh».
«Cocò… slurp… cazzo stai dicendo…».
«Niente… sono queste voci…».
«Lo spero bene, sembra che tu ti stia distraendo mentre lecco».
«Macchè, anzi, non ti interrompere Mimì…».

* * *

(Speaker radiofonico del Partito Comunista, la voce esprime Partecipazione, Conforto e Paternalismo)

È l’Italia che lavora, l’Italia della povera gente, l’Italia solidale, contadina e operaia. I lavoratori sono arrivati dalle prime ore dell’alba, e hanno raggiunto Ferrara con i carretti, le rare autovetture, qualche camion messo a disposizione dalla Federazione provinciale del partito comunista. Molti sono arrivati a piedi, famiglie di contadini, mezzadri, braccianti. Sono partiti quando nei poderi era ancora notte fonda, e ora sono qui, in piazza Grande a Ferrara. Palmiro Togliatti parlerà a mezzodì. Un servizio d’ordine imponente sorveglia la città, organizzato dalle sezioni locali della Cgil. Si aspetta il treno da Roma. Il sindaco e la giunta comunale sono già alla stazione, assieme al comandante dei carabinieri e al prefetto del governo. Il capostazione con la divisa di picchetto fischia tre volte: il segretario del Partito Comunista Italiano sta finalmente giungendo a Ferrara, la folla rumoreggia e inizia ad applaudire in un tripudio di bandiere rosse.

Ma manca qualcuno! Dalla strada Maestra alla via Larga che taglia la città non si vedono Mimì e Cocò! Dove saranno finiti i due eroici pionieri?
Ma eccoli, eccoli là. I due birbanti sono in cima al campanile, da dove si gode la vista più bella, il posto perfetto ove aspettare il segretario. Tra l’altro Mimì e Cocò si stanno smullinando a dovere, in questa tersa giornata ottobrina.

Cocò! Cocò, la tua voce è la voce del popolo: cosa vorresti dire al Migliore?

«Di andare a… ahhh… fare in culo…».
«Hai detto?»
«Mmm – parlavo con lo speaker».
«…».
«Quello della… ah… radio».
«Cocò, devi fare qualcosa per queste voci».
«Sì, Mimì: non le devo ascoltare».
«No, non basta non acoltarle, il problema mio caro Cocò è che le voci non le dovresti proprio sentire».
«Ti dispiacerebbe smetterla con questa filosofia e continuare a ciucciare?»
«Non si tratta di mera filosofia, dobbiamo affrontare questo tuo problema».
«Quando vuoi Mimì, MA NON ORA!».
«Cocò, ma quando allora? Stiamo sempre a scopare!».
«Mimì, ti prometto che quando avrai finito ne parleremo…».
«Parliamone ora Cocò».
«No, ora mi ciucci il batacchio e mi fai fare la spremutina».
«Sei sempre il solito depravato… slurp!».
«Poco ma… ah… sicuro…».

* * *

(Speaker Rai1 anni Settanta, la voce esprime Dolore, Sdegno e Paternalismo)

Cari concittadini, è uno dei momenti più bui, più tragici, nella storia della Repubblica italiana. Appena pochi minuti fa la sala stampa del ministero degli Interni ha diffuso un primo comunicato. Il corpo senza vita del presidente Moro è stato ritrovato. Il presidente Aldo Moro è stato assassinato dalle Brigate Rosse. Il cadavere è stato ritrovato in una Renault 4 abbandonata in via del Gesù a Roma, a pochi passi dalla sede della Democrazia cristiana e da quella del Partito comunista.

«LA VOLETE SMETTERE!».
«Cocò!? Cosa succede?
«Sempre quelle voci».
«Parliamone!».
«No! Prima finisco di mettertelo nel culo!».
«Tu non vuoi parlarne!».
«No, io ti voglio inculare!».

Ecco, vedete le prime immagini dal luogo del ritrovamento. Le forze dell’ordine stanno presidiando la zona, alto si alza il lamento delle sirene che convergono in questa piazza situata in una zona centralissima della Capitale.
Ecco che arriva Francesco Cossiga con la sua scorta. Il ministro degli Interni si trattiene a colloquio con gli inquirenti. Il presidente Moro è morto, ripetiamo per chi si fosse collegato solo in questo momento, Aldo Moro è stato assassinato dalle Brigate Rosse dopo un interminabile sequestro durato cinquantacinque giorni. Francesco Cossiga sembra visibilmente commosso, proviamo ad avvicinarlo….
Signor ministro, vuole fare una dichiarazione? È Radio Rai, siamo in diretta, signor ministro…?

Sì: dove sono Mimì e Cocò?

Già, dove sono due tra i maggiori protagonisti di questi giorni difficili? È una domanda doverosa anche e soprattutto in un momento di dolore come questo.

Eccoli! Una telecamera li sta inqudrando proprio in questo momento, si stanno ingaruppando dietro un bancone della libreria Rinascita, situata a fianco del Bottegone.

Cocò, ha una dichiarazione da rilasciare per i nostri ascoltatori?

«È ora che vi vengo a prendere per farvi stare zitti!».
«Cocò?»
«Sì?».
«Me lo togli per favore?»
«Come?»
«Lo spinterogeno. Me lo togli dal culo?»
«Sì certo… ecco Mimì».
«Grazie».
«Scusa, sono sempre quelle… ehm… quelle voci».
«Ok, tranquillo. Io sono tranquillo, tu sei tranquillo?»
«Sì. Credo di sì».
«Chi era questa volta?».
«Lascia perdere».
«Lascio perdere tua nonna. Chi era?»
«Hanno ritrovato Moro».
«Aldo Moro?»
«Sì. Morto, sai nella Renault 4».
«No che non lo so, non ero neanche nato».

* * *

«Passiamo il tempo a ingarellarci, e mentre ci ingarelliamo il tempo passa su di noi. La sua ala ci avvolge, la morte si fa più vicina. Ingarellarsi a volte non basta. Non basta slemmarsi, non basta cilloccare. Il tempo ci copre. Più spesso, ci copre d’insulti. Cocò: hai fatto corto circuito. Non ti preoccupare, alla tua età succede».
«Ma io ho venticinque anni, dottore».
«Venticinque, cinquanta, cento: cosa cambia Cocò? Siamo sempre umani, no?»
«Direi di sì, ma…».
«”Ma” cosa?, mio povero amico: sminchionami lo zambrotto, vuoi?».
«È sicuro che sia una cosa professionale?»
«In che senso?»
«Al cinema dicono così quando il medico curante chiede l paziente di sminchionargli lo zambrotto».
«Cocò, ho già capito il tuo problema: pensi troppo».
«In questo caso… slurp!».

* * *

«Allora Cocò, com’è andata?»
«Non molto bene, Mimì, non molto bene».
«Lo dici tu o lo dice lo psicanalista?».
«Guarda, come analista non mi sembrava molto professionale: ci ha subito provato».
«Ma dài!».
«Sì, voleva che gli zillonassi il manfrino».
«Non ci posso credere… e tu?».
«Uh…sai che ho quel complesso edipico irrisolto, no?»
«Cocò, gliel’hai zillonato!».
«Ehm, sì, ma solo un poco… gliel’ho zillonato un pochino. Una zillonatina così, da niente».
«Come vuoi, sei sempre il solito Cocò, sei sempre il solito».

* * *

(Speaker Sky News anni Duemila, la voce esprime Sbalordimento, Incredulità e Paternalismo)

Il collegamento con gli Stati Uniti va e viene, le linee sono completamente sovraccariche come potete ben immaginare. Le notizie sono assai confuse ma sembrerebbe che un attacco aereo abbia colpito New York. Ripetiamo: un attacco aereo ha colpito la città di New York. Gli Stati Uniti sono sotto attacco. New York è bombardata. Un aereo si è schiantato su una delle torri gemelle, e si hanno notizie di un altro attacco al Pentagono e forse sulla Casa Bianca. È un momento drammatico, l’aviazione civile ha sospeso tutti i voli, nessun velivolo può entrare nello spazio aereo americano. Caccia intercettori si sono alzati in volo da tutti gli aeroporti militari e da alcune portaerei. I voli internazionali sono stati deviati sul Canada.
E quel che è peggio è che non sappiamo dove siano Mimì e Cocò. I due risultano dispersi da diverse ore. Si teme il peggio.

«Dài che forse stavolta non ci vedono».
«Tutte scuse, tu vuoi fare sesso senza farti coinvolgere».
«Ma che cosa dici?».

Eccoli Mimì e Cocò! Li vediamo chiaramente ora: si stanno instillando reciprocamente i gagliardetti. Sono a bordo del secondo aereo, e mancano pochi secondi all’impatto. Che momento ragazzi! Cocò vuoi dire qualcosa al pubblico che segue in diretta?

«LASCIATECI SCOPARE IN PACE, BASTARDI».

Le due torri gemelle di New York non ci sono più. Uno dei simboli più conosciuti della città americana è crollato assieme alle vite di decine di migliaia di persone. Sembra inoltre che tra i dirottatori del secondo aereo della United Airlines ci fossero anche Mimì e Cocò: ci mancherete ragazzi.

«Hai visto? Ce l’abbiamo fatta».
«Se lo dici tu».
«Certo: credono che siamo morti nell’attentato alle torri gemelle».
«Fa piacere».
«Minchia, sono felicissimo».
«Allora, Cocò, magari adesso me lo puoi zinzettare tu, per una volta».
«Sbottonati i pantaloni che arrivo».

——

(Una prima versione parziale di questo racconto è stata pubblicata sull’antologia La manutenzione della carne, Coniglio Editore, 2006, a cura di Antonio Veneziani)