Fumettisti: perché essere bravi non basta più (e cosa puoi fare davvero)

C’era un tempo (non troppo lontano) in cui fare fumetti voleva dire pubblicare, farsi pagare dignitosamente, e magari riuscire a costruire un percorso stabile nel tempo. Gli editori pubblicavano tanti titoli, e anche se non tutti vendevano tanto, si provava a far quadrare tutto. In quel contesto, anche chi non aveva un best-seller poteva comunque lavorare.

Quel mondo lì, però, non esiste più.

Oggi il mercato è più stretto, più verticale: ci sono tantissimi autori e tantissimi fumetti, ma solo pochissimi riescono davvero a guadagnarci. Gli altri? Fanno fatica. E questo non dipende solo dalla bravura: è il sistema che è cambiato.

Per chi disegna (o scrive), il problema è evidente: anche se sei bravo, rischi di restare invisibile. Anche se pubblichi, potresti non guadagnarci quasi nulla. E questo può essere frustrante, perché sembra che il merito conti poco.

Allora che si fa?

Oggi non basta “pubblicare un libro all’anno e aspettare”. Serve una strategia. Serve capire dove pubblicare, con chi, e perché. Serve costruire una presenza online, coltivare una community, magari esplorare strade alternative: piattaforme digitali, autoproduzione curata, collaborazioni con altri media.

Qui entra in gioco anche il ruolo dell’agente (o di chi ti affianca nel percorso): non è più solo uno che ti “piazza” presso un editore, ma qualcuno che ti aiuta a fare scelte, a valorizzarti, a non disperdere tempo ed energie. A ragionare con te, in modo concreto, su dove stai andando.

In un mondo in cui pochissimi riescono a emergere, non puoi più stare fermo sperando che qualcosa succeda. Devi costruirti delle possibilità. E no, non sei solo: ci sono strumenti, strategie, e persone che possono aiutarti a farlo.

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