Chi sono gli stranieri che rubano il lavoro nel fumetto?

Ci viene detto che esiste una categoria, quella dello straniero che ruba il lavoro. Su questa categoria ci si sono costruite fortune politiche. Non ultima quella dell’attuale compagine governativa.

Poi ci sono quelli che sì, la categoria esiste ma che il lavoro che ci ruba è merdoso e quindi va bene così.

Tra i due non saprei chi è peggio.

Per fortuna viviamo nel magico mondo del fumetto e affini e nessuno arriva con un barcone a rubarci il lavoro.

Nessuno viene a rubarci la possibilità di disegnare 200 pagine per 1200 euro.

Anche salendo di livello, a parte qualche Maestro sudamericano su Tex, sono i disegnatori italiani che disegnano i fumetti italiani.

Quando invece andiamo all’estero, quando andiamo a cercare di pubblicare negli Stati Uniti o sul mercato franco-belga, ecco che siamo noi quelli che vanno a rubare il lavoro.

Non solo: la concorrenza è spietata, non ci sono solo i mestieranti locali a cui strappare il pennello, ci sono altri bravi disegnatori di fumetto dalla Spagna, dal Brasile, dall’Argentina e così via.

Eppure, nonostante questa realtà complessa e a volte paradossale, il mondo del fumetto rimane un terreno fertile per la creatività e l’espressione artistica.

Un luogo dove, forse, possiamo ancora sognare un mondo in cui il talento e l’impegno siano riconosciuti e premiati, indipendentemente dalla nazionalità o dall’origine.


Foto di Alice Dietrich su Unsplash

Lascia un commento