Dieci concerti

[dropcap]O[/dropcap]ra che anche io ho capito, eccoli qui. Sono dieci concerti. Uno è falso: trova l’intruso. Ognuno di loro ha una storia. Anche il falso, ma la sua storia è la più bella.

1. Die Antwoord a fare da spalla a non ricordo più chi, con duecento persone in un sonnacchioso pomeriggio romano che si passavano le birre stravaccati sull’asfalto caldo e i due poveretti a saltare sul palco come forsennati.

2. Tricky a Villa Ada in stato visibilmente confusionale, un palco immerso nel buio, poche persone, poi le stelle, zanzare e umidità.

3. I Portishead a Nimes, raggiunta con un Eurostar fino a Torino, un pulman fino a Lione, un tgv fino a Montpellier e infine un treno locale. Il concerto, una delusione.

4. Thievery Corporation all’Atlantide, l’unico concerto per il quale ancora ringrazio il me stesso del passato per aver avuto l’accortezza di comprare i biglietti.

5. I Prodigy all’Ippodromo con due ragazze da baciare insieme e separate. Scoprire le combinazioni delle lingue mentre i laser fendono il cielo.

6. «Universi Posse» un concerto tirato su dall’allora amministrazione socialista di Roma con un mix di cialtroni e di giovani arrabbiati. Io ero sia l’uno che l’altro. Vent’anni che non tornano più.

7. Una notte psichedelica di musica e droghe in un campo di girasoli alti il doppio di me, i petali che ruotano tra il tempo e l’incoscienza, il rumore del mare alle mie spalle, poi l’alba e il mattino.

8. Una Leggenda del Rock Americano che andai a vedere all’Auditorium temendo stesse per morire. Portato sul palco imbalsamato cantò le sue canzoni come un condannato a morte. Abbandonai a metà. Lui morì qualche mese dopo.

9. I Duran Duran a un concerto sponsorizzato dal Cornetto Algida. Un atto d’amore, perché negli anni Ottanta a me stavano più simpatici gli Spandau Ballet.

10. Due sconosciuti, lei voce e lui chitarra, in una cantina di San Lorenzo. Niente di che, ma io per la prima volta in vita mia rimorchio una sconosciuta e me la porto a casa. Salvo poi dimenticare ogni cosa.